Osservatorio Innova-re

Gli ultimi dati in merito alle sofferenze bancarie mostrano come, in poco più di quattro anni, quest’ultime sono più che raddoppiate attestandosi a luglio 2015 intorno a 197 miliardi di euro. I dati sottolineano che il problema degli NPL in Italia è ancora molto attuale, oltre ad essere oggetto di vivaci dibattiti sia a livello nazionale che internazionale.
In questa ottica l’International Monetary Fund nel mese di febbraio ha pubblicato un paper con oggetto i nonperformig loans italiani, intitolato “A strategy for developing a market for nonperfoming loans in Italy”. Tale documento nasce dall’evidenza che il rapporto tra NPL e totale dei finanziamenti in Italia, dal 2007, è più che triplicato.
Lo studio ha lo scopo di proporre una possibile strategia per favorire il mercato dei distressed asset e conseguentemente una “pulizia” dei bilanci degli istituti di credito. Il paper è suddiviso in quattro parti, nella prima e nella seconda viene descritta la situazione italiana degli NPL e gli elementi che soggiacciono alla lenta risoluzione di tale problematica. Nella terza e quarta sezione invece gli autori discutono dei potenziali benefici di un mercato attivo dei NPL in Italia e dei metodi con cui svilupparlo.
Gli autori evidenziano come le principali cause del persistere del problema delle sofferenze è riconducibile a due categorie: l’offerta e la domanda. Per quanto riguarda il lato dell’offerta, il paper individua quattro elementi che limitano le banche ad un consistente write-off e alla vendita degli NPL. Questi elementi sono:
- basso livello di accantonamento ed esigue riserve di capitale,
- forte dipendenza dalle garanzie e stretto rapporto con i debitori,
- fiscalità disincentivante all’accantonamento e al write off,
- principi contabili che favoriscono la tenuta, in bilancio, di NPL.
Per quanto concerne invece l’aspetto della domanda, gli autori evidenziano che i principali fattori sono dovuti a :
- lentezza ed inefficienza del processo giudiziario,
- ristretto gruppo di investitori con capitale di rischio limitato.
Il documento dell’IMF conclude, infine, che un mercato attivo per gli NPL faciliterebbe l’erogazione di nuovi finanziamenti liberando così risorse che, ad oggi, sono accantonate e non permettono il loro utilizzo per l’economia reale. Risulta chiaro, quindi, che la promozione di un mercato dei distressed asset è fondamentale per rilanciare l’economia; in particolare gli autori sottolineano che:
- si deve rendere più stringenti le politiche di accantonamento sia per velocizzare la soluzione agli NPL che per la ristrutturazione del debito,
-si deve favorire la fiscalità e rimuove gli impedimenti alla ristrutturazione dei finanziamenti,
- si deve riformare la giustizia sia in termini giudiziali che extragiudiziali.
Il paper dell’IMF è stato pubblicato contemporaneamente al ritorno in auge dell’idea della bad bank italiana, che era stata lentamente abbandonata negli anni passati per molteplici problematiche. Tale strumento, che potrebbe essere una soluzione agli NPL italiani, nei paesi come quello spagnolo (SAREB) e quello irlandese (NAMA), risulta essere positiva, come dimostrano anche i risultati. Infatti, le rispettive bad bank stanno rispettando i target prefissati ed hanno permesso una, seppur lenta, ripresa economica dei rispettivi paesi.

IMF paper npl italia

martedì
29
settembre
2015